Il fiore

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Che cos’è il fiore


Il fiore è l’organo riproduttivo delle Angiosperme, una grande divisione delle piante comparse circa 130 milioni di anni fa nel Cretaceo inferiore, pur non mancando alcuni esemplari pre-cretacici. Si tratta quindi di piante dotate di riproduzione sessuata, un tipo di riproduzione che consente una continua ricombinazione di geni e quindi il superamento, per gli esemplari più adatti, di malattie e di variazioni ambientali anche drastiche ed improvvise. (Nel disegno sono indicate le varie parti del fiore. L’immagine è tratta da Wikipedia) 

Angiospermae e Gimnospermae


Il termine Angiosperme deriva dal greco aengeion che significa involucro e sperma, cioè seme.  Si tratta della divisione delle piante  caratterizzate dall’avere il seme protetto dal frutto a differenza delle Gimnosperme che non producono il fiore, ed hanno l’ovulo, e quindi il seme, a contatto con l’esterno cioè non protetto da un frutto. I semi sono quindi nudi e posizionati sulle scaglie della pigna (strobilo). Non mancano altre differenze importanti che esulano da questo breve capitolo riassuntivo.
Le Angiosperme producono il fiore che deve attirare i pronubi, vuoi per il colore che per l’odore che emanano, affinché possa avvenire il trasporto del polline sullo stigma e da questo, attraverso lo stilo, nell’ovario, e consentire il più possibile un trasporto incrociato, cioè sul fiore di un’altra pianta della stessa specie perché avvenga lo scambio dei geni. Non mancano, tuttavia, Angiosperme che affidano al vento o anche all’acqua il proprio polline.

Vettori del polline


Parlando di impollinazione ci viene sicuramente  in mente l’Ape che visita i fiori, si riempie di polline e di nettare che trasporta fino all’alveare ma, visitando molti fiori, trasferisce parte del polline su altri fiori e, se il polline cade su fiori della stessa specie,  avviene la fecondazione. Tuttavia i vettori non sono solo gli insetti e non è solo l’Ape fra questi.
Insetti vettori del polline:
Coleotteri: ad esempio la Cetonia dorata che impollina Angiosperme ma anche alcune Gimnosperme oggi come nelle antiche ere passate.
Imenotteri: Api, Vespe, formiche. Delle Api già si è detto. Aggiungo ancora che non solo utilizzano il nettare per se stesse e per alimentare le larve, ma consumano anche il polline che accumulano in apposite cellette dell’alveare. Alcune specie di vespe ricoperte da peli possono essere buone impollinatrici e rappresentano le vespe del polline (Sottofamiglia Masarinae) ed utilizzano nettare e polline per farne una poltiglia all’interno della quale depongono le uova che schiudendo offriranno subito un cibo energetico alle larve. Nel fare ciò, spostandosi da un fiore all’altro, diventano impollinatrici. Le specie erbivore delle formiche occasionalmente accade che divengano casualmente impollinatrici.
Fra i ditteri vi sono alcuni mosconi, moscerini e sirfidi. Anche alcune specie di Isotteri fra cui le Tèrmiti possono essere impollinatrici.
Arachnidae: Alcuni Aracnidi (ragni) (che non sono Insetti, cioè non hanno il corpo diviso in-setti, Capo,torcace, addome)   danno la caccia agli insetti per nutrirsene e in cambio possono diventare impollinatori al loro posto.
Rettili: Possono essere impollinatrici alcune specie di lucertole delle Baleari, Sudafrica e Nuova Zelanda apprezzando nettare e polline di alcuni fiore diventano impollinatori.
Uccelli: fra gli uccelli impollinatori si ricorda il Colibrì oltre ad altri uccelli che vivono in Australia e in Africa.
Mammiferi: Non mancano alcuni mammiferi: in alcune zone tropicali alcune specie di Chirotteri (pipistrelli) e gli Opossum.

Le parti del fiore


Partendo dal gambo che sostiene il fiore – il peduncolo fiorale –  incontriamo, come schema generale, i sepali che sono foglie modificate che costituiscono il calice ed proteggono il fiore quando è nello stadio di bocciolo. Generalmente sono di colore verde come le foglie, tuttavia non mancano casi di sepali che assumono diverse colorazioni e vengono definiti petaloidi. Il calice si distingue in dialisepalo se i sepali sono distinti fra loro e in gamosepalo se sono uniti fra loro anche un breve tratto. Si chiama tubo la parte dei sepali uniti fra loro, gola il tratto in cui si distaccano e lembo la parte superiore che può anche presentarsi dentata. Può avere varie forme. Ad esempio può essere a forma di campana e si dice campanulato, oppure tubuloso se si mantiene stretto in tutta la sua lunghezza, cupoliforme se assume una forma di cupola rovesciata. All’interno del calice troviamo l‘ovario con gli ovuli. L’ovario si allunga a formare il pistillo che termina con lo stigma o stimma che è la parte del gineceo che riceve il polline. Gli stami sono dei filamenti che costituiscono la parte maschile del fiore e che termina con le antere all’interno delle quali maturano, attraverso vari stadi, i granuli pollinici. Si dicono ermafroditi i fiori che sono dotati sia della parte femminile che della parte maschile e sono la maggior parte, non mancando fiori ermafroditi, ma fisiologicamente unisessuali, cioè che hanno solo la parte maschile o solo la parte femminile funzionante. Sono, invece, Unisessuali i fiori dotati solo della parte maschile (fiori staminiferi) o solo della parte femminile (fiori pistilliferi). Monoiche sono le piante che hanno sia fiori staminiferi che fiori pistilliferi sulla stessa pianta e Dioiche quelle che hanno o solo fiori staminiferi o solo fiori pistilliferi. I petali, infine, avvolgono il gineceo (formato dal pistillo che si distingue in ovario, stilo, stimma) e l’androceo (formato dallo stame che si distingue in filamento e antera).  Essi sono variamente colorati ed attirano i pronubi. Questi sono anche attirati, oltre che dal colore dei petali, dal profumo che emettono, dal nettare e dal polline, dalla forma e dalla dimensione del fiore nonché da altre strutture come ad esempio la luce ultravioletta che viene percepita, ad esempio, dalle Api. I petali si distinguono nelle seguenti parti: il lembo che è la parte più appariscente e che si distingue per forme e colori, nell’ unghia che corrisponde al picciolo delle foglie e nel tubo o gola. Nel caso in cui sepali e petali non siano distinguibili fra loro si parla di Tepali. La corolla fiorale si distingue, infine, in: Attinomorfa se presenta una simmetria Zigomorfa o a simmetria bilaterale se hanno un solo piano di simmetria Asimmetrica se non presenta alcun piano di simmetria.
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